le moltitudini di me che fremono
come prigionieri di una dimenticata cella
spingono
gli spigolosi muri dell'anima
e sempre più debole io
figlia dell'inquietudine
le lascio entrare
posso ancora riconoscermi
prima che la soglia lasci loro varcare?
o divoreranno anche lei?
la consapevolezza onnipresente
che mi accompagna per mano
insieme al loro urlo crescente..