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(Cime tempestose)
Il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io continuerei ad essere, e se tutto il resto persistesse e lui venisse annientato, l'universo mi diverrebbe estraneo, non mi sembrerebbe di esserne parte.
Il mio amore per lui è simile alle rocce eterne ai piedi degli alberi, fonti di poca gioia visibile, ma necessarie.
(Romeo e Giulietta)
Ahimè, che s'ascondano più pericoli nel tuo occhio che non in venti delle loro spade. Sarà sufficiente che tu mi guardi con dolcezza ed eccomi difeso a tutta forza contro la loro inimicizia.
(W. Shakespeare. Sonetto 65)
Poiché né bronzo né pietra, né terra né mare infinito sono in grado di opporre resistenza al dominio tristissimo della mortalità, come potrà la bellezza difendersi da una simile furia, se la propria azione non è più forte di quella di un fiore? Come potrà resistere il respiro di miele dell'estate al rovinoso assedio dei colpi inferti dai giorni, se anche la rocca più chiusa non ha fermezza che basti, e le porte d'acciaio non sono così robuste da reggere alla devastazione del Tempo? Pensiero spaventoso! Come potrà il più prezioso gioiello del Tempo sfuggire allo scrigno del Tempo? Che mano possente potrà trattenere il suo piede veloce? Chi potrà mai impedire il saccheggio della bellezza? Nessuno. A meno che non si possa avverare un simile prodigio: e cioè che il mio amore risplenda fulgido eternamente nel nero del mio inchiostro.
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